Nato Crimes (20/06/2011)

Nato Crimes (20/6/2011)

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These are photographs taken by myself, JoAnne Moriarty, in Sorman City near Sabratha Libya.  This home was bombed by NATO at about 2:30AM Monday the 20th of June 2011.  The family name was Al Khwaildy.  So far there are 15 dead, including 3 missing people.  One baby, one pregnant woman, children, women, young and old men.  The Dr. told us that there were 3 women sent to Tripoli with severe injuries and are not expected to live, there are 2 in intensive care at the Sabratha Hospital, one young boy (in the photos) and one woman who lost her leg (in the photos).

Mr. Al Khwaildy was 75 years old, he had brain surgery 4 years ago and they said he was never right after that, all he as able to do was some small amount of farming.  Any claim that he was involved in any way with any government is stale dated by at least 50 months.

We witnessed that this was a family home, we saw no evidence in the home area or in the outside area of any type of military presence.  The family had a tennis court that was bombed twice, a small park with some animals, many injured and killed.  We saw a small dental clinic outside near the farm that was very damaged. There was a large Mosque next door and across the street from the Mosque was a post office and small shopping area with some apartments. This area was hit and destroyed killing 3 people from the Sudan.  There are some photos included.

This was a “direct hit” they call a laser strike. It was very precise, it was a laser marked target. The Libyan police arrested 3 men minutes after the strike that were in possession of laser devices (like laser pointers). The police in this small town do not know what they are or how they could be used. Let the military experts make that determination. There is no way this was an accident, it was a planned event. I have witnessed this atrocity, my husband has witnessed this atrocity – the people at this place begged us to show these photos to the outside world.

Please be aware there are some graphic photos of the dead people included, they insisted that we go take photos so that we can send them to America and the world.  I am not a reporter, I am not a doctor, neither is my husband, we are civilians in Libyan on a peace and fact finding mission. I would never ever go to a morgue and look at dead bodies, this was very difficult for us.  What I witnessed yesterday will stay with me forever.

Please show this to the world,

JoAnne Moriarty

June 20, 2011

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L’infanticidio, ‘nuova tattica’ della NATO: Il massacro di Sorman, Tripoli (Libye)

Thierry Meyssan – 2 luglio 2011

Per una volta, Thierry Meyssan non fornisce una fredda analisi degli sviluppi geopolitici. Racconta i fatti di cui è testimone: la storia del suo amico, l’ingegnere Khaled K. Al-Hamedi. Una storia di orrore e di sangue in cui la NATO incarna il ritorno della barbarie.

L’International Organization for Peace, Care and Relief (IOPCR) è particolarmente attiva in Algeria, Iran, Sudan e Palestina. Porta soccorso alle vittime di disastri naturali e conflitti armati. La sua azione esemplare a Gaza e in Cisgiordania è salutata d tutti. Qui Khaled el-Hamedi riceve la medaglia del coraggio dalle mani del primo ministro Ismail Haniyeh. Ha ricevuto la stessa decorazione da Mahmoud Abbas.

Era una festa di famiglia alla libica Jamahiriya. Tutti erano venuti a celebrare il terzo compleanno del piccolo Al-Khweldy. Nonni, fratelli e sorelle, cugini affollavano la casa di Sorman, 70 chilometri ad ovest della capitale, un grande parco in cui sono state costruite le ville degli uni e degli altri, delle semplici case a un piano.

Nessun sfarzo, ma la semplicità del popolo del deserto. Un ambiente pacifico e unito. Il nonno, maresciallo Al-Hamed Al-Khweldy, vi allevava uccelli: “Questo è un eroe della rivoluzione che ha partecipato al rovesciamento della monarchia e alla liberazione del Paese dallo sfruttamento coloniale. Siamo tutti orgogliosi di lui. Il figlio, Khaled Al-Hamed, Presidente dell’IOPCR, una delle più grandi organizzazioni umanitarie arabe, vi alleva cervi. Una trentina bambini correvano in tutte le direzioni tra gli animali.

Si preparava anche il matrimonio di suo fratello Mohammed, partito per il fronte a combattere i mercenari stranieri controllati dalla NATO. La cerimonia doveva aver luogo qui, tra pochi giorni. La sua sposa era già radiosa.

Nessuno aveva notato che tra gli ospiti si era infiltrata una spia. Fece finta di mandare dei twitter ai suoi amici. In realtà, doveva inviare le coordinate e collegarsi con la rete sociale del quartier generale della NATO HQ.

Il giorno dopo, la notte del 19-20 giugno 2011, intorno alle 2:30, Khaled torna a casa dopo aver visitato e salvato i compatrioti sfuggiti ai bombardamenti dell’Alleanza. E’ abbastanza vicino a casa sua per sentire il fischio dei missili e le esplosioni.

La NATO ne spara otto, da 900 chili ciascuno. La spia aveva messo i marcatori nelle varie ville. Nelle camere da letto dei bambini. I missili sono caduti a pochi secondi di intervallo. I nonni hanno avuto il tempo di uscire di casa prima che fosse distrutta. Era troppo tardi per salvare figli e nipoti. Quando l’ultimo missile ha colpito la loro casa, il maresciallo ebbe il riflesso di proteggere la moglie col suo corpo. Stavano uscendo dalla porta e sono stati proiettati dall’esplosione a una quindicina di metri di distanza. Sono sopravvissuti.


La casa della famiglia di Al-Hamed bombardata dalla NATO.
    © Franklin Lamb/Rete Voltaire

Quando Khalid è arrivato, c’era solo desolazione. Sua moglie, che aveva tanto amato, e il nascituro, sono scomparsi. I suoi figli per i quali avrebbe dato tutto, sono stati schiacciati dalle esplosioni e dal crollo del soffitto.

Le ville sono in rovina. Dodici corpi mutilati giacciono sotto le macerie. Dei cervi colpiti dalle schegge agonizzano nel loro recinto.

I vicini accorsi in silenzio, sono alla ricerca di prove di vita tra le macerie. Ma non c’è speranza. I bambini non avevano alcuna possibilità di sfuggire ai missili. Si estrae il cadavere decapitato di un bambino. Il nonno recita versetti del Corano. La sua voce è ferma. Non piange, il dolore è troppo forte.

A Bruxelles, il portavoce della NATO ha dichiarato di aver bombardato il quartier generale di una milizia pro-Gheddafi, per proteggere la popolazione civile dal tiranno che la reprime.

Nessuno sa come la cosa sia stata progettata dal comitato degli obiettivi, o come lo stato maggiore ha seguito lo svolgersi dell’operazione. L’Alleanza Atlantica, i suoi lindi generali a quattro stelle e i suoi diplomatici benpensanti, hanno deciso di uccidere i figli dei leader libici per spezzarne la resistenza psicologica.

Khaled Al-Hamed sulle tombe dei suoi figli e di sua moglie.
  © Franklin Lamb/Rete Voltaire

Dal XIII secolo, teologi e giuristi europei proibiscono l’assassinio delle famiglie. Questo è uno dei fondamenti stessi della civiltà cristiana. Non c’è quasi che la mafia ad ignorare questo tabù assoluto. La mafia, e ora la NATO.

Il 1 luglio, mentre 1,7 milioni di persone dimostravano a Tripoli, per difendere il proprio paese contro l’aggressione straniera, Khaled è andato al fronte, a fornire aiuti ai rifugiati e ai feriti. I cecchini lo stavano aspettando. Hanno cercato di sparargli. E’ stato gravemente ferito, ma i medici hanno dichiarato che i suoi giorni non sono in pericolo.

La NATO non ha terminato il suo sporco lavoro.

Thierry Meyssan – 2 luglio 2011 –
Traduzione di Alessandro Lattanzio
http://www.voltairenet.org/L-infanticidio-nuova-tattica-della